biblioteca

Una raccolta di parole più o meno sensate: racconti, romanzi, poesie, canzoni, frutto della stessa penna... e qualche volta di una chitarra.

«Hai mai visto il mare?»
«No, quando sono nato io il mare l’avevano già cancellato. Però ho fatto in tempo a vedere la luna, un vero spettacolo!»
«Già, vale la pena essere nati solo per averla vista una volta…»
«Quando hanno cominciato a far sparire le cose?»
«È stato vent’anni fa, nel 2007. Bisognava fare pulizia e si è iniziato dalle cose superflue.»

Io sono un “assegnatore”, in pratica sovrintendo al reclutamento dei soggetti idonei al back-up. Il mio compito è di scortare le persone fino all’aula di assegnazione e di fare in modo che tutti rispettino la fila, in ordine, senza cercare di superare gli altri, senza barare. Nell’aula ognuno riceverà il verdetto e in caso di ammissione il “grado” che occuperà dopo il trasferimento.

Il primo della fila è un tipo sulla cinquantina, di bell’aspetto, un signore elegante direi. Gli occhi azzurri, quasi trasparenti, e il passo deciso, composto, di chi sa dove andare o, quantomeno, di chi si illude di saperlo.
Il libero arbitrio, ciò che comunemente si intende per libero arbitrio, ha dei limiti ben precisi. Io ho l’obbligo di far rispettare questi limiti. Non sono un giudice però. La scelta finale, quella che divide i prescelti dagli esclusi, non tocca a me, per quella ci sono i computer, per quella c’è il Deus.

House of cards

Rit.:
Ambitious mind
Keeps the secrets in a store
and for a while lives in fancy like a dog
Ambitious mind living like a dog
Ambitious mind ambitious mind

 




 

My grave

lovely night
let me see your eyes
the holy sky
Open my mind
let me feel the time – inside
I want building my grave
I feel in myself the dark inside
Dream like a modern child
hidden deep inside
And you let me see your face
your pale face
So please show me your dark side
your secret black light





 

Apri le tue mani
e nudi esponi i tendini
e il sangue,
che acqua non essendo
l’acqua in rosso tinge
allora che alla fonte
degli occhi tuoi m’appresso.
Aprimi il tuo cuore
se hai cuore di parlarmi,
ché di parlare è tempo
di ritrovare il tempo.
E se nel petto è muta
la voce che io anelo,
apri la tua mente
che mente ma non tace.
Era come
un miraggio
del suo volto
l’aspetto. Una
stella polare su
nel cielo scurito.
Eccitante la vista
della luce riflessa
sulla fronte di seta
come rosa odorosa.
Io ti proteggerò
da ciò che ti spaventa,
da quello che i tuoi occhi
non vogliono vedere.
Perché ci sono ombre
che nutrono fantasmi
e presto imparerai
a scorgerne i contorni.
E non dovrai subire
il peso delle offese
perché ti mostrerò
le armi di difesa.
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