Iniziò tutto con un prurito, un fastidioso prurito sulla schiena, all’altezza delle scapole. I primi tempi pensai alla solita allergia che mi prende in autunno, quando sostituisco le maglie di cotone con quelle di lana, poi la cosa si fece più insistente e allora compresi che l’allergia non c’entrava affatto.
Le prime penne spuntarono una mattina di ottobre, mentre ero ancora a letto a inseguire le ombre dei miei sogni. Erano penne nere.
Nei romanzi il lettore è sempre in una situazione privilegiata rispetto ai personaggi delle storie narrate. Conosce quasi tutti i fatti; talvolta, prima che si verifichino, conosce persino i pensieri dei protagonisti, perlomeno quelli che l’autore vuole rivelargli.
Questa volta, se avrete la bontà di essere miei lettori, voglio portarvi nel cuore della scena, voglio che non ci siano barriere tra noi, nessun segreto: si gioca a carte scoperte.
Percorrevo quella strada da tanti anni. Trenta chilometri all'andata e altrettanti al ritorno, da casa allo studio del dottor K. Dallo studio del dottor K a casa. Non erano viaggi di piacere ma un pellegrinaggio giornaliero dovuto ai miei problemi di salute. Soffro di gravi disturbi della memoria. La mia è quella che i medici chiamano amnesia di rievocazione di natura psicogena. Non c'è nulla che non vada nella mia testa, nulla di fisico perlomeno, eppure, nella mia memoria malferma, ci sono troppe zone d'ombra, frammenti del passato che non tornano.
Io sono un “assegnatore”, in pratica sovrintendo al reclutamento dei soggetti idonei al back-up. Il mio compito è di scortare le persone fino all’aula di assegnazione e di fare in modo che tutti rispettino la fila, in ordine, senza cercare di superare gli altri, senza barare. Nell’aula ognuno riceverà il verdetto e in caso di ammissione il “grado” che occuperà dopo il trasferimento.
Il primo della fila è un tipo sulla cinquantina, di bell’aspetto, un signore elegante direi. Gli occhi azzurri, quasi trasparenti, e il passo deciso, composto, di chi sa dove andare o, quantomeno, di chi si illude di saperlo.
Mettetevi comodi. Sedetevi sulle vostre poltroncine di velluto blu, sono appena le sette e trenta, ma lo spettacolo sta già per cominciare, e io vi ho riservato i posti migliori. Prima fila, a un passo dal palcoscenico, a un passo dal ring. Fuori i secondi.