C’è qualcuno.
Qui dentro c’è qualcuno, adesso ne ho l’assoluta certezza. Inizialmente pensavo si trattasse di suggestione, di uno scherzo della mia immaginazione che mi faceva vedere cose che non c’erano. Poi ho sentito quella voce, e allora ho capito.
Io non sono solo.

Il mio piatto preferito è il polpettone. Il polpettone e la pizza. I miei due piatti preferiti sono il polpettone e la pizza. E questa è una certezza. Due certezze per essere precisi.
Senza acciughe, la pizza mi piace senza acciughe. Non amo troppo la commistione dei sapori, e soprattutto la mescolanza dei carboidrati con il pesce. A dire il vero è il pesce che non mi piace. È per via delle spine. Odio le spine.

Può la violenza estrema diventare arte? La risposta è sì, almeno a sentire le parole dell’eclettico Takashi Miike (e dei suoi tanti estimatori sparsi in tutto il mondo). Il geniaccio in questione è tipo dalla telecamera facile, uno che gira un film in un paio di settimane macinando ripresa dopo ripresa a colpi di “one shot”, in altre parole: buona la prima e pedalare (altro che i reiterati ciak a cui sono abituati i filmaker nostrani!).

Cade una foglia. Un colpo di vento l’ha separata per sempre dal ramo che per una settimana aveva sopportato il suo peso irrisorio. Un ramo di betulla. Se foste muniti dell’apparato uditivo di un lupo avreste sentito un rumore, il tonfo distinto e caratteristico di una foglia che cade sul terreno.
I lupi sono una presenza tutt’altro che rara dopo l’intervento di ripopolamento attuato dal Centro Nazionale Recupero Fauna Selvatica. Lo sanno bene gli allevatori del Paese.

“Nessun amore è più sincero dell’amore per il cibo”. Sono parole di George Bernard Shaw, ma sono certo che non avrebbero stonato in bocca a mia moglie, magari assieme a un paio di bignè, di quelli al cioccolato.
Giada, mia moglie, la donna della mia vita, iniziò a ingrassare a causa di una triste fatalità e, a causa della stessa triste fatalità, sostituì la sua innata passione per la bella vita con quella, forse un tantino più pragmatica, per il cibo, meglio se grasso e ad alto contenuto calorico.

Utilizzo questo post per raccogliere tutte le informazioni (tutte quelle che riesco a trovare quantomeno!) su un fenomeno cinematografico attualissimo, e cioè la “febbre da cartone animato” che pare abbia contagiato i filmmaker di mezzo mondo. Forse per esplorare nuovi orizzonti, o più probabilmente per sopperire al decadimento contenutistico delle sceneggiature degli ultimi tempi, sono sempre più le produzioni che adattano per il grande schermo storie tratte dai cartoni animati e dai fumetti (dagli anime e dai manga, nel caso dei corrispettivi made in Japan), e lo fanno sostituendo i disegni e i colori con attori in carne e ossa, oltre che con un’abbondante spruzzata di pixel per rendere omaggio allo strapotere della CGI.